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Immagine del redattoreRachele Giunta

La produzione dell'olio nel passato: ricordi di nonno Giuseppe"

In questo articolo vi presenteremo una testimonianza unica riguardante il processo di produzione dell'olio di oliva e il funzionamento dei frantoi oleari antichi. Tale descrizione è stata fornita dal nostro stimato Nonno Giuseppe, che ha vissuto in prima persona questa esperienza. Grazie alla sua memoria vivida e alla sua grande passione per le tradizioni, saremo portati indietro nel tempo, in un'epoca in cui l'estrazione dell'olio d'oliva era considerata un'arte che richiedeva abilità, duro lavoro e pazienza.

Siamo certi che questa testimonianza sarà di grande interesse e utilità per tutti coloro che nutrono una passione per la storia e le antiche tradizioni italiane.

Il processo di produzione dell'olio di oliva nei frantoi antichi descritto da nonno Giuseppe era un lavoro lungo e laborioso.

 rappresentazione di un frantoio antico e le varie fasi della lavorazione dell’olio di oliva. Commissionata a Giovanni Stradano (Jan Van Der Straet) da Luigi Alamanni (1558-1603), nobile ed erudito fiorentino, tra il 1587 e il 1589, questa tavola è incisa e pubblicata da Philip Galle nella raccolta « Nova Reperta ».
rappresentazione di un frantoio antico e le varie fasi della lavorazione dell’olio di oliva. Commissionata a Giovanni Stradano (Jan Van Der Straet) da Luigi Alamanni (1558-1603), nobile ed erudito fiorentino, tra il 1587 e il 1589, questa tavola è incisa e pubblicata da Philip Galle nella raccolta « Nova Reperta ».

Innanzitutto, le olive raccolte venivano trasportate in frantoio (”u trappitu”) all’interno di sacchi di canapa. Le olive quindi venivano versate nella fonte della mola olearia di granito e macinate. In questo modo si otteneva la pasta olearia che veniva raccolta e disposta all’interno delle fiscole (dette anche “coffe”), ovvero dischi di fibre vegetali per essere ulteriormente lavorata.

Produzione di fiscole, anni 60', Avola.
Produzione artigianale di fiscole, frantoio di Giuseppe e Paolo Giunta, Avola anni 60'

Le fiscole piene di pasta franta veniva impilate le une sopra le altre e poste all'interno di un torchio che permetteva di generare una pressione tale da comprimere e spremere la pasta, così da ottenere un liquido composto da acqua di vegetazione e olio. Il liquido veniva stoccato in tine per diverse ore, in modo da permettere la separazione spontanea tra acqua di vegetazione e olio. L'olio infatti, essendo più leggero, tendeva a salire a galla e veniva raccolto con un boccale e versato in un recipiente di ferro. Successivamente, l'olio veniva travasato in un altro recipiente per eliminare le impurità che erano nel frattempo raccolte sul fondo del primo; ed ecco che l'olio era pronto per essere consumato o venduto.



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